24.000 ettari di foresta

Immensa. Silenziosa. Senza tempo.
Dall'imperatore Enrico il Santo ai diritti di servitù e via via fino ai giorni nostri

LA FORESTA millenaria DI TARVISIO

Nel 1007 l'imperatore di Germania Enrico II il Santo donava il territorio della Foresta di Tarvisio al Vescovado di Bamberga, in Baviera. Il principato ecclesiastico di Bamberga durerà sette secoli e mezzo, sino al 1759 quando sarà acquistato da Maria Teresa Imperatrice d'Austria. Durante tale periodo, nacquero i cosiddetti "diritti di servitù", concessioni quasi gratuite di pascolo, legnatico, ecc. del signore feudale alle popolazioni locali, per garantirne la sussistenza. Dopo il periodo bamberghese seguì un ciclo travagliato da invasioni e da guerre, che culminarono con le battaglie napoleoniche.

Nel corso del 1800 la Foresta passa in proprietà di numerosi nobili sino a quando il Governo Austriaco, preoccupato per la pesante deforestazione conseguente ai frequenti passaggi di proprietà e motivato dalla necessità di garantire la tranquillità sociale in un'area di confine militarmente importante, riacquistò il territorio e ne affidò la gestione a tecnici forestali statali. Alla fine del primo conflitto del 1915-18, in base al Trattato di pace di San Germano dell'anno 1919, la Foresta passò all'Italia e fu affidata al Demanio dello Stato Italiano. Con gli accordi Lateranensi, i patrimoni dei fondi di religione ex austriaci furono uniti ai patrimoni economali italiani per costituire un'azienda amministrata dal Fondo per il Culto, dipendente ora dal Ministero dell'Interno. Con la revisione dei patti lateranensi nel 1985 fu istituito l'attuale Fondo edifici di Culto, che amministra tutte le proprietà ex ecclesiastiche pervenute allo Stato Italiano.

 

La piu' grande foresta demaniale d'Italia, parchi esclusi

24.000 ETTARI DI COMPRENSORIO ALPINO DI CUI 15.000 RICOPERTI DI BOSCHI PRODUTTIVI

Attraversata dal fiume Fella si estende sino al confine con l'Austria e la Slovenia, lungo tutta la Valcanale e la valle dello Slizza interessando i comuni di Pontebba, Malborghetto-Valbruna e Tarvisio. Comprende numerose valli a sud e a nord del corso d'acqua citato, come i valloni di Rio Bianco e di Malborghetto, di Ugovizza, Valbruna, canale del Bartolo e val Rio del Lago. Rappresenta una delle aree naturalistiche piu' preziose d'Italia e uno dei sistemi faunistici piu' completi delle Alpi. La "naturalità" della copertura vegetale della foresta, infatti, e' dimostrata dalla ricchezza della fauna selvatica presente, soprattutto per quanto riguarda ungulati e tetraonidi. Di grande importanza e' anche la presenza sporadica dell'orso e della lince.

 E' stata dichiarata "Riserva naturale orientata biogenetica". La proprieta' di questi boschi e' del Fondo Edifici per il Culto del Ministero degli Interni ed e' gestita dal Ministero dell'Agricoltura e in parte dall'Azienda Regionale delle Foreste del Friuli Venezia Giulia.

I tagli dei boschi (15.000 metri cubi annui soddisfano secolari consuetudini delle servitu' di legnatico dei valligiani aventi diritto) sono regolati da appositi piani: vengono strettamente osservate tecniche di silvicoltura naturalistica che prevedono tagli moderati e scalari cosi' da mantenere una copertura arborea continua e simile.

Il legname del Tarvisiano e' particolarmente apprezzato per l'utilizzo che se ne fa in campo tecnologico; pregiata e' una qualita' di abete rosso (detto di risonanza), impiegato per la fabbricazione di strumenti musicali.

Abete di risonanza

L'abete di risonanza è simile, come aspetto esterno, agli altri abeti rossi "normali", e solo l'occhio di un esperto può riconoscerlo. La certezza si ha tuttavia solo con il taglio e la scortecciatura, quando si riscontrano nel tronco le tipiche introflessioni a "V" formanti solchi lunghi 3-10 cm e profondi 2-3 mm irregolarmente disposti nel fusto. Questa struttura rende il legno più elastico, migliorandone le caratteristiche acustiche ed in particolare la propagazione del suono.

 

La sua presenza non è diffusa, ma concentrata in alcune zone delle Alpi tra le quali la Valcanale e in particolare la conca di Fusine.

L'abete rosso di risonanza è quindi un legno di gran pregio ricercato dai liutai per la costruzione di violini e altri strumenti a corda.

Dato che la distribuzione di questo "albero che canta" è limitata a poche zone europee si può ipotizzare che diversi strumenti musicali, anche di illustri liutai dei secoli scorsi, siano stati costruiti con il legname di risonanza.

PARCO NATURALE DELLE PREALPI GIULIE

ll Parco Naturale delle Prealpi Giulie con sede a Resia è stato istituito dalla L.R. n. 42 del 30.09.1996 e investe territori dei Comuni di Chiusaforte, Lusevera, Moggio Udinese, Resia, Resiutta e Venzone, in Provincia di Udine, per una superficie complessiva di circa 10.000 ettari. E' interessata anche un'ampia zona intorno a una delle più belle vette del Tarvisiano: il Monte Canin (2587 m.).

Il Parco riveste una notevole importanza per quanto riguarda i suoi aspetti naturalistici, geologici, faunistici, vegetazionali e storici.
Il territorio del Parco, nel contesto dei sei Comuni, si estende a cavallo di due unità geografiche distinte: le Alpi Giulie e le Prealpi Giulie. Alle prime appartiene il versante italiano del Monte Canin (2587 m.), limitatamente alla cresta compresa fra la Baba Piccola e la sella Prevala, l'intero altopiano del Foran dal Muss, il Bila Pec e il Col Ladris. Alle Prealpi appartengono invece le catene del M. Cochiaze - M. Guarda, del M. Plauris (1958 m.) - M. Lavara (1906 m.) e del M. Musi (1869 m.). Si tratta di lunghe catene montuose, disposte parallelamente in senso est-ovest, che si succedono come quinte degradanti verso la Pianura Friulana. Quest'ampia zona appartiene quasi interamente al bacino idrografico del fiume Tagliamento, se si eccettua una minima parte, corrispondente ai dintorni di Uccea, che appartiene invece al bacino dell'Isonzo.

Nei pressi del  Centro informativo di Pian dei Ciclamini a Lusevera, si trova il Sentiero per Tutti: un percorso che si sviluppa su circa 600 metri ed è dotato di batti ruota, fune guida e pendenze contenute che lo rendono percorribile anche  alle sedia a rotelle. Sono presenti anche installazioni didattiche opportunamente studiate e fruibili  dai non vedenti che forniscono informazioni sull'area del Parco.


Come arrivare al Parco Naturale delle Prealpi Giulie
Autostrada A23 Venezia- Tarvisio
Uscite: Udine nord, Gemona o Carnia per Tarvisio
Strada Statale 13 Pontebbana Udine - Tarvisio
Tel. 0433-53534
info@parcoprealpigiulie.it
www.parcoprealpigiulie.it

Punto di arrivo

La destinazione turistica del Tarvisiano si trova in Friuli Venezia Giulia, al confine con Austria e Slovenia

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