Rifugio Fratelli Grego - Jôf di Sompdogna
Questo piccolo rilievo che non raggiunge nemmeno l’altitudine dei 2000 metri ha avuto una certa importanza durante la Prima Guerra Mondiale come postazione di controllo sul fronte italo-austriaco. Sulla cima rimangono ancora i resti dei manufatti eretti dai soldati italiani assestati anche sul prospiciente Jôf di Miezegnót, opere che ora forniscono un raccolto riparo in caso di pioggia: per le sue caratteristiche orografiche la cima del Sompdogna, tagliata a metà dal vecchio confine, era il Köpfach (cima dalle tante teste) prima di diventare interamente italiano nel 1918. La vetta ha poi preso il nome italiano (letteralmente “sopra Dogna”) e sta a cavallo tra due vallate, quella di Dogna appunto e la Saisera, offrendo un suggestivo balcone panoramico verso le imponenti pareti nord del Jôf di Montasio. I meravigliosi boschi di faggi e conifere che si attraversano dal fondovalle della Val Saisera per raggiungere il Rifugio Fratelli Grego - inaugurato nel 1927 dalla Società Alpina delle Giulie e intitolato alla memoria di quattro eroici fratelli triestini - permettono un’escursione fresca durante i caldi estivi e un piacevole percorso di forest bathing sia all’andata che al ritorno, con rientro per la Fossa di Carnizza ai piedi del Ghiacciaio del Montasio, mentre il Laghetto, ubicato sul fondo di una piccola conca glaciale nei pressi della sella, permette una idilliaca sosta in campo aperto. La cima richiede un po’ di attenzione perché più esposta ma in generale tutto il percorso ad anello richiede un impegno medio, mentre è sempre possibile il ritorno per la stessa via di salita.
Impressioni
Uno sguardo al tour
Indicazioni
Dai pressi del parcheggio di Malga Saisera (a pagamento nel periodo estivo) si aggira la piccola cappella dedicata alla memoria di una giovane del luogo, Laura Florit, imboccando il sentiero con segnavia Cai 611 che sale direttamente verso una dorsale boschiva, quasi sul margine del vallone Plania, dominato a nord dai selvaggi Monte Nero e Strechizza e, più a ovest dal Jôf di Miezegnót, evitando così i numerosi tornanti della lunga pista forestale che dà accesso al rifugio Fratelli Grego (1389 m). Il cammino si svolge tra alberi magnifici, soprattutto faggi dalle nodose radici esposte dai tanti passaggi sul sentiero e il segnavia Cai 611 si abbandona proprio dietro il rifugio, che merita una sosta per godere del bel panorama sul Nabois e sulla Spragna (1 ora).
Si riprende il cammino seguendo ora il segnavia Cai 651 che sale direttamente nel bosco ignorando sia la stradina che va a destra, sia il sentiero che va a sinistra e raggiunge in breve il pianoro dove giace il Laghetto sulla sua sponda sinistra. Proseguendo in direzione sud si incrocia il sentiero che arriva dalla Sella di Sompdogna con segnavia Cai 610 e lo si segue verso sinistra, trovandosi di fronte ad un tratto ripido che rimonta il versante settentrionale del Sompdogna e conduce ad una sPecie di conca sospesa dove si incontrano altri manufatti di baraccamenti della guerra. Tra mughi e radi larici si prosegue ora più dolcemente in vista della cima, su cui campeggia una corsa di vetta, seguendo una mulattiera di guerra. L’ultimo tratto si impenna nuovamente verso il cocuzzolo e la cima (1889 m, ore 2.30), incontrando altre postazioni belliche e il piccolo osservatorio del 36° Reggimento d’Artiglieria da Campagna.
Dalla cima si inizia la discesa puntando verso sud e proseguendo sullo stesso segnavia ci si abbassa zigzagando nella fitta mugheta fino a raggiungere al Foran de la Grave l’incrocio con il sentiero con segnavia 652 che si segue verso sinistra continuando a scendere. A quota 1609 si incontra una traccia di sentiero che piega decisamente a sinistra dove una traccia con segnavia bianco rossi si abbassa verso la Fossa di Carnizza. Gli escursionisti meno esperti potranno invece seguire, in alternativa a questa traccia, meno agevole, quella principale che si abbassa in traversata fino a quota 1400, da dove si diparte il sentiero con segnavia 611, che si abbassa fino al fondo della Fossa di Carnizza. Da qui si può scegliere di proseguire lungo il 611 riportandosi con attenzione nel bosco, con qualche tratto scosceso, fino al Rifugio Grego e di qui all’auto. Oppure si può imboccare il sentiero con segnavia Cai 639che costeggia la sinistra orografica della Fossa di Carnizza con qualche attraversamento di ghiaie di riporto. Facendo attenzione a non perdere la traccia nel bosco e i segnavia bianco rossi, con tratti su pendenze accentuate, si raggiunge la traccia finale di una pista forestale a quota mille metri circa. La si segue fino a intercettare il grande greto del Torrente Saisera e il segnavia Cai 616 che si segue verso sinistra, riguadagnando, dopo un chilometrò circa, il parcheggio dove si è lasciata l’automobile. (4.30 ore)